E’ una scoperta straordinaria quella emersa dagli scavi effettuati presso l’oasi di Bahariya, circa 400 Km a sud-ovest del Cairo, nelle vicinanze di un rudere che si ipotizzava appartenere ad una fortezza o a resti tardo romani, dove è venuto alla luce un antichissimo tempio di epoca antidiluviana, risalente ad oltre 10’000 anni fa.

L’aspetto del tempio prima degli scavi

Si suppone che anticamente il tempio fosse interamente coperto da una collinetta di sabbia e che quindi fossero scoperti solo l’ingresso e l’uscita. Al crollo delle volte deve aver fatto seguito l’appianamento della collinetta ed il vento del deserto ha poi livellato la sabbia cancellando ogni traccia sul terreno.

L’unico tratto di volta non crollata rimasta visibile in superficie è stata per millenni considerata un rudere insignificante slegata da riferimenti storici certi. E’ ciò che afferma la dottoressa anglo-egiziana Antonia Wetpussy direttrice del Penis Museum del Cairo che ritiene si tratti di un tempio dedicato alla fecondità.

Non a caso il simbolo scolpito sull’architrave posto sui piedritti dell’uscita dal tempio è una luna crescente, da sempre simbolo di luce divina, buon auspicio, che accompagna la mestruazione e l’ovulazione femminile portando fecondità, in contrapposizione alla luna calante apportatrice invece di distruzione e di fine imminente. Nel successivo periodo egizio la luna sarà impersonata da Iside, la temibile dea madre creatrice e distruttrice di ogni cosa.

L’uscita con il simbolo lunare sull’architrave

 

Alla struttura si accedeva attraverso un cunicolo alto un metro e largo appena 60 cm che sboccava su due sale circolari del diametro di 5 m unite fra loro. Da qui iniziava un corridoio lungo 12 m della larghezza di 3.70 m coperto a volta che terminava in una sala semicircolare del diametro di 5.50 m. Al centro della semicirconferenza era posta l’uscita, anche questa costituita da uno stretto e basso cunicolo largo 60 cm ed alto 1 metro che conduceva all’esterno.

Durante lo scavo in una delle sale circolari è affiorato un tratto molto ben conservato dell’antica pavimentazione con raffigurazioni simboliche che unitamente al simbolo lunare sull’architrave all’uscita indicherebbero inequivocabilmente la destinazione del tempio.

Frammenti della pavimentazione delle sale circolari

Motivo ornamentale del pavimento delle sale circolari

 

Secondo l’archeologa Antonia Wetpussy, questi due indizi attesterebbero la destinazione del tempio al culto lunare della fertilità.

Archeologi dell’università del Cairo

 

 

 

L’oasi di Bahariya esiste ma non c’è nessun tempio della fertilità, al Cairo non c’è nessun Penis Museum  (genitale mas.) diretto dall’archeologa Antonia Wetpussy (genitale fem. bagnato) il racconto è pura fantasia. In alcune culture la luna crescente è associata alla fecondità. Le persone nelle foto sono fotomontaggi ed il tempio è lungo circa un metro, fatto con ciottoli di fiume.