Uno scorpione se ne stava di notte attaccato al muro in mansarda. Ne avevo trovati di notte a piano terra sul pavimento, di giorno fra i sassi in giardino e in cantina fra le tavole di legno ma mai al secondo piano. Di notte vanno a caccia, percepiscono le vibrazioni di insetti diurni addormentati o notturni in cerca di cibo e quel che ci fanno non riusciamo mai a vederlo. Non è un bello spettacolo ma vi propongo alcuni incontri mortali fra questo scorpione ed altri insetti. In arte “Skorpio” è temporaneamente alloggiato in una stanza buia in una scatola trasparente di cioccolatini con un pezzo di carta assorbente intrisa d’acqua. Si ciba di insetti vivi una volta alla settimana e non disturba. Per rendere un po’ meno crudele il filmato ho aggiunto un audio buffo. Di guardarlo e sentirlo non ve l’ha ordinato il medico. Se io non gli avessi fornito le prede se le sarebbe andate a cercare, mosche, scarafaggi o millepiedi.

La tecnica dello scorpione è di mettere fuori uso gli arti delle prede. Chiunque con braccia e gambe pestate a dovere andrebbe poco lontano. Lo scorpione immette neurotossine negli arti della preda bloccandole il sistema nervoso e muscolare ed impedendole fuga e difesa. La preda perde progressivamente l’uso degli arti , il pungiglione è utilizzato come un coltello per aprirsi un varco nell’articolazione ed iniettare le tossine nella vespa crabro. In un pezzo del filmato si sente il rumore reale della vespa che inutilmente morde la chela dello scorpione e poco dopo la mascella le viene pinzata dall’altra chela. Mordi ora se ti riesce, la sua agonia è durata 2 ore. Il ragno invece muore in pochi minuti. Sono immagini crude, che ci piaccia o no avvengono ogni giorno in natura. Trovate incantevole un giardino o un bosco? Ebbene nel sottobosco scene come queste sono di routine. Pensateci prima di dire “che bello questo bosco”. Come lo scorpione anche ragni e vespe sono predatori che passano la loro vita ad uccidere altri insetti per cibarsene. Quindi non provate troppa pietà per il ragno, perché a sua volta ha ucciso mosche inermi. Così pure per il calabrone che si è cibato di pacifiche api da miele. Che urlino e tremino perché è arrivato per loro il giorno di raccogliere il seminato. Auspico che nella lunga agonia vedano nello scorpione la vendetta delle loro prede. Non è sadismo ma giustizia. Anche lo scorpione a sua volta è preda di volatili. Tutto ritorna indietro.

Anche la storia umana insegna che quando il vento cambia, preda e predatore possono scambiarsi i ruoli. Il grande Fabrizio De Andrè scriveva in una sua canzone: “vi scoverò i nemici per voi così distanti e dopo averli uccisi sarò fra i latitanti, ma finché li cerco io i latitanti sono loro”. E’ solo questione di tempo, ma una vita può bastare.

Certo l’uomo non uccide per cibarsi di altri uomini ma per vendetta, denaro e potere. Nasciamo ingegneri della distruzione con un dottorato in incapacità costruttiva. Un bimbo che trova un castello di sabbia sulla spiaggia che fa? Lo amplia o ne restaura la parte crollata? Se non lo frena la madre ci mette i piedi sopra.