LA SAQIYA  ﺳﺎﻗﻴـة

NORIA SAQIYA

NORIA SAQIYA PROGETTO

La saqiya (pr. Seahuia) è una macchina per sollevare l’acqua, nata nell’antico Egitto e largamente usata nei paesi arabi. Si presenta come una noria verticale (una ruota) con secchi legati a funi che scendono nel pozzo fin sotto il livello dell’acqua e risalgono in superficie. Sul fondo del pozzo in alcuni casi è collocata una puleggia verticale per il rimando delle funi coi secchi. I secchi riempiti giungono in superficie ma arrivati alla ruota superiore iniziano a seguirne la semicirconferenza inclinandosi e riversando l’acqua all’interno della ruota, dove è posta una vaschetta di raccolta. Da qui l’acqua viene poi convogliata alla sua destinazione. La ruota principale della noria saqiya, su cui appoggiano le funi che sostengono i secchi, funge da puleggia ed è messa in movimento, tramite un pignone, da una seconda ruota posta orizzontalmente. Sull’albero verticale di questa seconda ruota, o talvolta su altre pulegge collegate, viene saldamente attaccata l’estremità di un trave orizzontale, mentre all’altra estremità del trave si lega un asino. L’asino camminando gira in tondo azionando la macchina. Povero asino… saprei io chi mettere al suo posto…

La macchina è stata oggetto nel tempo di successive modifiche trovando il suo perfezionamento nel mondo arabo con la ruota principale internamente vuota con al suo interno la vaschetta di raccolta. In questo modo non ci sono dispersioni d’acqua, tutto quello che viene sollevato arriva a destinazione. Comprensibile questa ricerca di perfezione in popolazioni che abitano in zone aride, dove l’acqua è veramente una risorsa preziosa. Ma nel mondo arabo troviamo anche i più antichi acquedotti costruiti dall’uomo, quanat e foggara sono tunnel drenanti lunghi decine di chilometri scavati manualmente nel sottosuolo con un costo elevato di vite umane, tanto da essere soprannominati “l’assassino” dalle popolazioni locali. Diffusi in Iran e nord africa costituiscono tutt’ora l’approvvigionamento idrico dei villaggi delle oasi del deserto. Intercettano acque di falda sotterranea e nella foggara anche la condensazione dell’umidità dell’aria calda dell’oasi, che trova la temperatura di rugiada sulle pareti fresche del tunnel.

IL MODELLINO

Nel modellino di noria saqiya che ho costruito la trazione è fornita da un motorino recuperato da una stampante che, a mezzo di cinghie, trasmette il movimento a due pulegge orizzontali. Non avendo a disposizione un sistema di ingranaggi idoneo a ridurre adeguatamente i giri del motore ho dovuto utilizzare un sistema casereccio per portare la puleggia al numero di giri di progetto. Tutto il sistema di trazione è posto sotto al piano, perché in realtà non dovrebbe esistere, essendoci già l’asino di turno in superficie.

NORIA SAQIYA

NORIA SAQIYA COSTRUZIONE

NORIA SAQIYA

NORIA SAQIYA COSTRUZIONE

Questo è di gran lunga l’esperimento che ha richiesto più tempo per la sua realizzazione superando abbondantemente le mie stime. Per la banalità della macchina la progettazione ha riguardato esclusivamente le due ruote principali, le cui dimensioni sono calcolate in rapporto a quelle dei vasetti acquistati. Le tolleranze nell’interasse fra i denti del pignone sono minime in una macchina così piccola e se un millimetro di spostamento di un dente in una saqiya in scala reale non fa nulla, qui ne mina il funzionamento. Parte del tempo è andato nella ricerca, risultata vana, di reperire un riduttore di giri idoneo da qualche apparecchio in disuso. Non ho trovato nulla ed ho dovuto costruire due pulegge in legno opportunamente calcolate per ridurre drasticamente il numero di rotazioni per minuto (rpm) del motore. Anche legare i vasi alle funi ha richiesto tempo, prima per scegliere il modo e poi per realizzarlo. Insomma assemblate le due ruote principali tutto il resto è venuto al momento, mentre costruivo, con quello che avevo a disposizione.

NORIA SAQIYA

NORIA SAQIYA COSTRUZIONE